Secondo la definizione data dall’UNESCO, il Digital Wellbeing è la valorizzazione e il miglioramento del benessere umano, a medio e lungo termine, attraverso l’utilizzo dei media digitali. Una dinamica da mettere in pratica in azienda per migliorare il rapporto con la tecnologia e, allo stesso tempo, il benessere mentale e fisico dei dipendenti.
Con le nuove configurazioni di lavoro e dopo aver assistito a perdite di talenti, con il fenomeno della “great resignation” e la manifestazione di situazioni di burnout, molti manager ritengono che oggi sia necessario garantire un benessere digitale, specialmente ai dipendenti che trascorrono intere giornate al computer.
Il digital workplace progettato per migliorare il coinvolgimento e la produttività degli employees può essere di grande aiuto, soprattutto al giorno d’oggi con la trasformazione digitale in rapida evoluzione.
Digital Wellbeing: cos’è e perché è importante
Il concetto di Digital Wellbeing considera l’impatto delle tecnologie e dei servizi digitali sulla salute mentale, fisica, sociale ed emotiva delle persone; uno stato di soddisfazione che l’individuo raggiunge quando la tecnologia digitale supporta le sue necessità.
Oggi il digital wellbeing è associato all’ambito aziendale e si concentra su come le persone possono limitare e ottimizzare le ore trascorse a contatto con la tecnologia.
È un concetto complesso che può essere analizzato secondo due prospettive:
- Prospettiva individuale. Contesti personali, di apprendimento e di lavoro: si tratta di identificare e comprendere i benefici positivi e gli eventuali aspetti negativi del coinvolgimento con le attività digitali, ed essere capaci di gestirli e controllarli;
- Prospettiva sociale o organizzativa: fondamentale è garantire software, servizi e contenuti digitali accessibili e performanti, ma allo stesso tempo formare adeguatamente l’utente a un uso consapevole della tecnologia
Perché il digital wellbeing è importante
Il digital wellbeing e l’overload tecnologico hanno iniziato a destare interesse durante la pandemia. Anche se i lavoratori del digitale utilizzavano già la tecnologia in ufficio, con il lavoro a distanza imposto dall’emergenza sanitaria molti hanno visto svanire l’equilibrio tra lavoro e vita privata, tra digitale e analogico.
Il cambiamento repentino di abitudini e l’home working forzato hanno portato tanti lavoratori a dedicarsi alla propria professione molte più ore di quanto facessero in ufficio, con un notevole impatto sulla salute mentale, causando situazioni di stress lavoro correlato o casi di burnout.
Tutto ciò ha dato seguito a eventi a cascata che si sono verificati nelle aziende e nei dipendenti: dal reclamare un work-life balance migliore, a un aumento del tasso di turnover, fino ad arrivare al fenomeno della “great resignation”.
Ecco perché il digital wellbeing ha iniziato a farsi largo tra le priorità di Manager e HR: le aziende sono formate da persone, e fondamentale è assicurare loro il benessere necessario.
I fattori che influenzano il digital wellbeing
Il digital wellbeing è influenzato da alcuni fattori esterni che possiamo ricondurre, anche secondo gli studi condotti da Mariek M. P. Vanden Abeele e riassunti nell’articolo Digital Wellbeing as a Dynamic Construct del 2020, a caratteristiche individuali quali la gestione dello stress, la noia e la preoccupazione – alla tecnologia e alla sua progettazione, se questa è realizzata con accortezze verso il benessere digitale e al contesto sociale in cui le tecnologie digitali sono utilizzate.
Siamo ormai in un mondo totalmente connesso e questi tre fattori, se non gestiti adeguatamente, possono dare vita a esperienze negative sul lavoro, provocando una riduzione dello stato di soddisfazione del dipendente.
Il digital wellbeing si raggiunge quando l’utilizzo delle tecnologie garantisce una condizione di parità tra i vantaggi e gli svantaggi della connettività.
Il ruolo della tecnologia nello stress lavorativo e nel burnout dei dipendenti
La tecnologia ha un impatto significativo sulla salute mentale dei dipendenti, soprattutto per i remote workers, poiché ricopre un ruolo fondamentale nello svolgimento dell’attività professionale.
Per garantire una condizione di digital wellbeing, è importante nel contesto aziendale evitare che le persone perdano il controllo della tecnologia stessa, compromettendo produttività e serenità sul lavoro. Ad esempio, l’overload tecnologico e il multitasking scaturiscono da un abuso di strumenti e device tecnologici, che provocano distrazioni e mancanza di concentrazione.
Lavorare a distanza implica l’utilizzo di strumenti digitali per favorire la smart collaboration e la produttività da remoto, ma questo non significa che si debba restare sempre online. Questo è purtroppo accaduto durante il primo lockdown a tutti i dipendenti ai quali non è mai stata impartita una formazione sul remote working e dunque l’improvviso cambio di contesto lavorativo da ufficio a casa ha creato delle distorsioni che sono ricadute sulla persona e sulle performance aziendali.
Digital wellbeing: metterlo in pratica in azienda. Come?
Il lavoro a distanza ha portato i dipendenti a sentirsi obbligati ad essere reattivi alle comunicazioni digitali. Questa è una problematica dovuta a una gestione errata della comunicazione e della tecnologia, fondamentale per garantire efficienza, ma da gestire in maniera equilibrata.
Una cultura digitale sana e produttiva non solo rafforza le performance aziendali, ma migliora anche l’employee experience, con conseguenti implicazioni positive sull’employee attraction e retention.
Ci sono delle accortezze che le aziende possono adottare per mettere in pratica il digital wellbeing e dare opportunità alle proprie risorse di fare digital detox ogni qualvolta che ne abbiano la necessità. Realizzare degli spazi “smartphone free” potrebbe essere una soluzione per incentivare le persone ad interagire fisicamente disconnettendosi dal mondo virtuale.
Le best practice per migliorare il digital wellbeing in azienda e nel digital workplace
HR Manager e Facility Manager hanno l’importante compito di assicurare il benessere in azienda per migliorare le performance dei dipendenti.
Ci sono delle best practice che possono essere implementate per migliorare il digital wellbeing, grazie anche al supporto del digital workplace e della tecnologia stessa.
- Limitazione di comunicazioni non essenziali
Il digital wellbeing si compromette quando i dipendenti sono inondati di comunicazioni.
Questa pratica ha un impatto negativo sia sulla produttività poiché il lavoratore, se continuamente interrotto, non riesce a concentrarsi e a portare a termine il lavoro, sia sulla salute mentale perché il continuo mancare le deadline o non concludere i task provoca senso di insoddisfazione e frustrazione.
- Un solo strumento per comunicare, quello giusto
La comunicazione è la chiave del successo aziendale, è fondamentale che sia un processo fluido e naturale; Scegliere una tecnologia o un software unico e farlo adottare da tutta la community aziendale è il modo migliore per non creare situazioni di confusione e overload tecnologico.
Il digital workplace in questo senso gioca un ruolo fondamentale: la gestione oculata dell’ambiente ibrido e dei suoi strumenti può fare la differenza. Chat e strumenti di videoconferenza possono rendere fluidi e unificati i processi e migliorare la gestione della comunicazione interna.
- Videochiamate sì, ma senza entrare nella “zoom fatigue”
Le video call sono di grande aiuto sul lavoro, soprattutto quando ci si deve confrontare velocemente tra colleghi o fare brainstorming, ma ci sono dei limiti da non oltrepassare.
Nel 2020, a causa del lockdown, le persone hanno raddoppiato l’utilizzo delle riunioni video. Ogni momento conversazionale è stato relegato ad uno schermo, la soglia di attenzione è diminuita drasticamente e il senso di affaticamento è incrementato in modo esponenziale.
La soluzione per evitare la zoom fatigue è fornire uno scopo chiaro e utile alle videochiamate.
- Integrare sessioni di benessere per il team in azienda
Per garantire benessere al di là del lavoro in senso stretto, utile è la promozione di attività extra (ad esempio lezioni di Yoga), agevolate dalla tecnologia. Oltre a costituire occasione di socializzazione, questa pratica dona la percezione di coinvolgimento anche ai i dipendenti che non si recano fisicamente in ufficio.
- Aggiungere consigli di digital wellbeing e benessere fisico nell’Intranet
L’intranet è il luogo digitale perfetto per restare sempre aggiornati e avere a disposizione informazioni utili. Gli HR Manager possono inserire un canale per contribuire a promuovere il digital wellbeing.
Creare una chat e una community completa di informazioni e consigli utili per il benessere in azienda, con contatti di risorse a supporto è un ottimo modo per garantire assistenza interna all’azienda, raggiungibile da chiunque.
- Formare i dipendenti su come utilizzare il digital workplace e la tecnologia
L’ambiente di lavoro digitale ha consentito a migliaia di dipendenti di lavorare a distanza. Le piattaforme di smart collaboration e l’Intranet aiutano ad eliminare la sensazione di isolamento facilitando il team work.
È tuttavia importante formare i dipendenti su come utilizzare al meglio la tecnologia nel digital workplace per garantire business continuity in qualsiasi situazione.
Le organizzazioni sono a conoscenza che un team sereno è più produttivo ed efficace. In questi ultimi anni la necessità di garantire il digital wellbeing in azienda si è accentuata per via di un utilizzo più massiccio della tecnologia e del lavoro diffuso. Oggi più che mai, è una priorità che i Manager organizzino e ridisegnino anche i luoghi di lavoro in ottica di benessere per migliorare le performance e rafforzare la cultura aziendale.